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La nostra storia di matrimonio a New York: tutti gli errori da non commettere

La burocrazia sa essere spietata anche a New York, soprattutto se avete la sfortuna di affidarvi a persone incompetenti.
Questa, di seguito, è la nostra storia di matrimonio a New York: vi spieghiamo tutti gli errori da non commettere.

La nostra storia passa anche per la Corte Suprema
Appena usciti dalla Corte Suprema

Verso la fine dell’anno 2009, dopo decine di ipotesi più o meno percorribili scartate, decidemmo che il luogo ideale per celebrare il nostro matrimonio fosse New York.
Una scelta dettata dalla nostra predilezione per gli U.S.A., unitamente al fatto che, così facendo avremmo potuto godere di alcuni indubbi vantaggi: viaggio di nozze garantito; notevole risparmio sui canonici costi di organizzazione di un matrimonio “all’italiana”, meno stress e quindi, tutto sommato, l’idea ci parve abbastanza carina.

Abbiamo iniziato a raccogliere informazioni un po’ ovunque, principalmente in rete ma anche tramite alcuni conoscenti che avevano già percorso questa strada. Nessun ostacolo insormontabile, nessuna controindicazione, nessun problema per la registrazione e la legalizzazione dell’atto matrimoniale in Italia.
Inoltre, i contatti avviati con il Consolato italiano a New York, confermavano tutto quanto sopra esposto e quindi abbiamo ufficializzato la cosa ad amici e parenti che, come è facile prevedere, sono rimasti abbastanza stupiti.

Classica la domanda:

ma non potevate cercare un Comune più vicino?

Regime di “separazione dei beni”

Tra i pochi ad essere entusiasti della notizia, i nostri futuri testimoni, che ci hanno seguito a New York ed aiutato e supportato  in tutto e per tutto.
Il nostro desiderio era, inoltre, quello di ottenere il regime di separazione dei beni, così, parlando con il Consolato italiano, siamo stati informati che l’operazione era tranquillamente fattibile in loco, semplicemente recandosi presso il Consolato stesso, ad un costo (circa 33$) nettamente inferiore a quello che avremmo dovuto affrontare in Italia (dai 500€ agli 800€, secondo quanto ci è stato riferito). 

Le nostre “partecipazioni

Ci venne inoltre riferito che per ottenere tale documento erano necessari: il “certificato matrimoniale in extended form” (tenete bene a mente questo nome) da richiedere presso il City Clerk, completo di timbro ed Apostille; due testimoni dotati di documento di riconoscimento e traduzione in italiano ed  in formato professionale (abbiamo chiesto indicazioni circa tale formato, ma non ci hanno saputo fornire ulteriori ragguagli) del “certificato matrimoniale in extended form”.

Abbiamo quindi iniziato a prendere contatti con i traduttori presenti nell’elenco presente sul sito del Consolato italiano, tramite posta elettronica. Alcuni non hanno mai risposto, altri hanno risposto dicendo che in Agosto (il mese prescelto per il nostro matrimonio) non erano reperibili; altri ancora hanno chiesto cifre davvero impossibili.
Ne rimanevano solo due. La nostra scelta cadde quindi su quello che, a nostro avviso, era stata la persona più gentile nelle risposte, articolate e piene di informazioni, scartando perciò colui che ci era sembrato poco gentile e parco di risposte.
Purtroppo, circa un mese prima della partenza per gli Stati Uniti, il traduttore prescelto ci comunica che non avrebbe più potuto assisterci (motivi personali) e, quindi, siamo dovuti tornare alla carica dell’ultimo traduttore rimasto che, con un preventivo di circa 100$ ci garantiva, sempre molto poco cordialmente, la traduzione entro le 24 ore dei documenti richiesti.

​Dobbiamo però fare una premessa: durante la fase di contatti con tutti questi traduttori, abbiamo saputo, dal Consolato stesso, che avremmo potuto procedere direttamente noi alla traduzione di tale documento, l’importante è che l’operazione venisse compiuta  in “maniera e con formato professionale” ma, come già riferito prima, non ci hanno poi detto come doveva essere questo benedetto “formato professionale”.
In rete (sul web), lasciate perdere, non esiste nulla di tutto ciò, abbiamo cercato e ricercato per giorni interi, senza esito alcuno. 

Arriva quindi il 1° Agosto, data della partenza per gli Stati Uniti e quindi, come prassi ed educazione, inviamo una mail al traduttore con, più o meno, scritto quanto segue:
Salve, saremo a New York il giorno 15, faremo la richiesta di licenza matrimoniale il giorno 16 e ci sposeremo, se tutto andrà secondo programmi, la mattina del 17, le sta bene se, il pomeriggio del 17 o, al più tardi, la mattina del 18 le portiamo i documenti ? perché poi abbiamo l’appuntamento con il Consolato il 19 mattina.
Ci fornirebbe, cortesemente, anche il suo indirizzo ed un numero di telefono ove poterla contattare?”

Risposta traduttore (trascrizione letterale):
“Si può fare.”

Viaggio di nozze e luna di miele

La nostra storia ci porta a Lancaster
Qui eravamo nella contea di Lancaster

Arriviamo negli Stati Uniti, giriamo tra varie località tra cui Boston (meravigliosa, stupenda!!!), poi andiamo in Canada (Quebec e Ontario), ritorniamo negli Stati Uniti, passando dalla Pennsylvania ed in particolare nella contea di Lancaster, dove trascorriamo tre incredibili giorni a stretto contatto con la Comunità Amish (ne parliamo diffusamente in questo nostro articolo) e poi, il giorno 12 Agosto, mandiamo nuova mail:

“Gentile, se ci lascia un suo recapito telefonico ed il suo indirizzo la contattiamo appena abbiamo informazioni più precise, grazie”

Risposta traduttore:
“01- 561- xxx xxx”

Per prima cosa, il sabato appena arrivati a New York, telefoniamo al traduttore per informarlo del nostro arrivo e per confermare la data di consegna dei documenti da tradurre. 


Risposta traduttore:
“Richiamatemi lunedì, buongiorno”

Il lunedì, dopo aver ottenuto la licenza matrimoniale, telefoniamo (per la gioia di Vodafone) nuovamente al traduttore:
“Buongiorno, abbiamo la licenza, possiamo sposarci domani mattina ed essere da lei già in tarda mattina o nel primo pomeriggio, le sta bene ?”

Risposta traduttore:
“Impossibile, ho una visita dal medico”

Noi:
“Come scusi, eravamo d’accordo…”

Risposta traduttore:
“Non sono affari miei, è così e basta !”

Noi:
“Va bene, ma può mercoledì mattina? ci lascia il suo indirizzo per piacere? comunque la chiamiamo domani ugualmente”

Risposta traduttore:
60 xxx Street, tra Brooklyn ed il Queens, ci sono una banca ed una stazione nei paraggi”. 

​Tralasciamo la parte inerente la nostra super-incazzatura, le insolenze sprecate a telefono spento (purtroppo avevamo bisogno di lui…) e tutto il resto.

Il giorno dopo, matrimonio e documenti terminati relativamente in fretta, decidiamo comunque di riprovare a chiamare il traduttore”: 
​”Buongiorno, abbiamo appena terminato tutto, ce la fa in mattinata o passiamo direttamente da lei  domani ?”

Risposta traduttore:
“se venite entro le ore 13:00, dovremmo farcela, prendete un taxi che fate prima, l’indirizzo ve l’ho dato ieri, 60 xxx Street Brooklyn”.

Taxi a Brooklyn e treno per la fine del mondo

Taxi a New York

Saliamo sul taxi (coi testimoni) alla velocità della luce, chiediamo all’autista -un ragazzo giovane molto cordiale- di portarci all’indirizzo indicato.
Non lo conosce, cerca e ricerca sul navigatore e, finalmente, trova la famosa xxx Street apparentemente ubicata nella zona di Brooklyn. 
Ci comunica che impiegheremo circa 40 minuti a raggiungerla. Accettiamo e partiamo. 
Arrivati all’indirizzo, notiamo subito che il quartiere non solo è ma appare davvero malfamatissimo. Molto bene!
In compenso nessuna traccia della banca e della stazione. Decidiamo quindi di chiedere informazioni a dei tipacci che oltre a non sapere nulla di quanto andiamo cercando, ci rispondono pure molto male.
Telefoniamo ancora al traduttore spendendo altri 8 euro circa (nel 2010 erano più o meno questi i costi), gli passiamo il  taxista e, dopo scambio di insolenze reciproche, veniamo a sapere che la famosa xxx Street in realtà si trova, ad oltre 55 miglia di distanza (88 Km) dal luogo nel quale ci troviamo, per giunta ben al di  fuori di New York, in diversa municipalità. 

Tempo stimato per raggiungere tale ameno luogo (a bordo del taxi) circa 1,30h con costo stimato, andata e ritorno, attorno ai 240$. Follia assoluta!
A questo punto contattiamo il traduttore, riferendogli che non ce l’avremmo fatta a raggiungerlo in mattinata (e, del resto, nemmeno ci pensavamo dati i costi paventati di trasporto) prendendo quindi appuntamento per il giorno seguente.
Nel frattempo ci facciamo lasciare dal taxista nei pressi del ponte di Brooklyn, non prima di aver sborsato altri $70. Taxista contento che se ne ritorna allegro nel Bronx.

Il giorno dopo di buon’ora si riparte e, dopo aver utilizzato due linee di treni extraurbani, raggiungiamo l’amena località di XXX, lontana anni luce dalla civiltà conosciuta. Arriviamo all’ora concordata, entriamo in ufficio e scopriamo che il traduttore non c’è o almeno non ancora. 
Ma dove diavolo sei andato a finire maledetto???!!!

Dopo 25 minuti di attesa, si presenta finalmente un attempato signore, sicuramente oltre i 75 anni. Eccolo, finalmente (“non ti pesto perché devi sopravvivere ancora una mezz’ora…” autocit.).

Si siede, dà una rapida occhiata ai nostri documenti, abbassa gli occhiali ed esclama: “questi documenti non vanno bene, a voi serve il “certificato matrimoniale in “long form” e non in “extended form”. Non ve lo traduco perché non voglio rubarvi soldi“.

Noi ribattiamo immediatamente che quella è esattamente la documentazione richiesta dal Consolato italiano e che, proprio quella versione, ci avevano chiesto di tradurre.

“Non è possibile, disbrigo queste faccende tutti i giorni, ora chiamo il Consolato e vediamo“.
Fa quattro o cinque tentativi di telefonata a vuoto poi, dall’altra parte, risponde un non meglio precisato funzionario consolare che, effettivamente, sembra dare ragione al nostro interlocutore”.

Ora ci tocca pure ringraziarlo. Meno male che siamo venuti fino a qui…

Ci casca però subito il mondo addosso, perché siamo appena arrivati in un posto dove non vanno nemmeno i pinguini a svernare, ma ci rendiamo conto che dobbiamo tornare nuovamente al City Clerk Office per farci stampare il certificato in “long form”, così come richiesto dal traduttore e confermato pure dal funzionario del Consolato. Paghiamo il traduttore, anticipatamente, 100$ per la traduzione che prima o poi ci farà. Si spera.

Sono le 12:30, l’ufficio a Manhattan chiude alle 15:45, il treno parte alle 12:55….forse ce la facciamo. Concordiamo che saremmo ritornati al pomeriggio tardi e che gli avremmo però anticipato via fax la nuova documentazione…

…non si sa mai che decidessi di lasciarci le penne prima del nostro ritorno!

Prendiamo dunque due treni ed un taxi (altri 30$) e, più veloci di superman, ci fiondiamo al City Clerk’s Office alle ore 15:05, ancora in tempo utile. Arriviamo accaldati, spettinati e sudati, sembravamo due pazzi scappati da San Quintino, a piedi. 

La nostra storia di matrimonio a New York: tutti gli errori da non commettere

Chiediamo informazioni, compiliamo un modulo e quindi veniamo rimbalzati allo sportello preposto ove l’impiegata addetta ci assicura che non esiste nessun “long form”. Noi insistiamo (capperi, ce lo ha detto anche il Consolato), lei si inalbera leggermente ed allora chiamiamo il traduttore al telefono (altri 15€ alla Vodafone) e lo passiamo all’impiegata.

Inizia una sceneggiata in salsa newyorkese che avremmo dovuto filmare: 

L’impiegata, in maniera categorica, riferisce che nessuno può insegnarle come fare il proprio lavoro e che il Comune di New York, già da un anno, non emette più il “long form” (ma come traduttore, ma non facevi operazioni di questo tipo tutti i giorni ?).

A quel punto si palesa di fronte a noi tutta l’amara e triste realtà: il traduttore è assolutamente in errore ed il certificato che non ci ha voluto tradurre in mattinata era,  in realtà, quello corretto che però ora avremmo  dovuto recapitargli nuovamente.
Usciamo dall’ufficio del City Clerk, ringraziamo l’impiegata (poveraccia…) e ci dirigiamo presso l’ufficio della Fedex per spedire il fax.

​Dopo circa un’ora riceviamo la telefonata del traduttore (allora puoi anche chiamare tu, non solamente ricevere…) e, davvero allucinante, ci sentiamo dire quanto segue:

“Ho pensato al modo per non farvi ritornare qui da me nuovamente: domani mattina potete andare da mia moglie, che lavora a Manhattan, a due passi dal Consolato, a ritirare la traduzione che stasera preparerò a casa, grazie al fax che mi avete spedito. Più di così non posso fare”.

Sì invece, una cosa potresti davvero farla: SPARARTI ! 

Nella mappa interattiva di sopra: ubicazione dei luoghi più importanti per celebrazione e successive fasi burocratiche di matrimonio

Questo soggetto quindi, dopo 6 mesi di contatti, decine di mail e telefonate, improvvisamente si ricorda di avere una moglie (santa subito!!!) che lavora a Manhattan…e che avrebbe potuto fare da tramite fin da subito tra noi e lui. Allucinante. Un pazzo. Un criminale travestito da avvocato (già, è un avvocato…).

West Chapel al City Clerk

Badate bene, si tratta di una storia del tutto vera, non frutto di sostanze stupefacenti assunte a New York o di effetti dovuti al jet lag.

​La mattina seguente ritiriamo la traduzione dalla moglie (gentilissima, per altro) e ci rechiamo al Consolato italiano ove tutto si svolge senza ulteriori problemi.
La soddisfazione però di richiedere la cancellazione del traduttore dall’elenco ufficiale del sito del Consolato ce la siamo tolta. Stiamo solo aspettando che provvedano.

​E poi? volete che vi raccontiamo l’odissea tra Consolato italiano, Prefettura Provinciale e comune di residenza per la definitiva trascrizione?
No dai, godetevi il matrimonio e seguite i nostri consigli, andrà tutto liscio.


Salvate le vostre nozze

​A questo punto, dopo aver letto la nostra storia di matrimonio a New York e tutti gli errori da non commettere, siete davvero sicuri di volervi affidare ad un traduttore “professionista” o invece, come presumiamo, preferite salvare le vostre nozze e la vostra stabilità emotiva acquistando, per soli € 29,90, tutto il necessario su questo sito?

In ogni caso…tanti auguri ragazzi!

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